Cava Lessinia a Montorio, via libera dal Tar


26 marzo 2017 – Global Legal Chronicle ITALIA

É stata la terza sezione del Tar Veneto, presieduta dal giudice Oria Settesoldi, a respingere il ricorso del Comune di Verona contro l’autorizzazione della Provincia di Verona alla realizzazione di un impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi, con produzione di conglomerati bituminosi nella ex Cava Lessinia di Montorio Veronese della ditta Brunelli Placido.

Il Comune di Verona è assistito dagli avvocati interni Giovanni R. Caineri, Giovanni Michelon e Fulvia Squadroni, la Provincia di Verona dai propri avvocati Isabella Sorio, Giancarlo Biancardi e Antonio Sartori.

Le aziende interessate dal provvedimento sono la ditte Brunelli Placido Franco srl e Superbeton spa, assistite dagli avvocati Annamaria Tassetto, Franco Zambelli e Matteo Zambelli dello studio legale Zambelli Tassetto in Venezia Mestre.

“Superbeton potrà avviare l’impianto di recupero di inerti”

Nel 2014 la Provincia di Verona aveva autorizzato il progetto della ditta Brunelli Placido Franco proprietaria della Cava Lessinia, a cui è subentrata la Superbeton, per “l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi, volto ad ottenere l’autorizzazione unica per un aumento del quantitativo di rifiuti in entrata nell’impianto, nonché l’inserimento di ulteriori tipologie di rifiuti da trattare.”

Contro il provvedimento aveva presentato ricorso il Comune di Verona, contestando alla Provincia la violazione della normativa ambientale in quanto aveva stabilito in sede di autorizzazione cessazione della qualifica di rifiuto ai materiali prodotti.

“La cessazione della qualifica di rifiuto: End of Waste”

Il Tar Veneto, con sentenza pubblicata il 10 febbraio scorso, ha respinto il ricorso del Comune di Verona perché “Il legislatore comunitario lungi dal vietare la possibilità di riconoscere nuove operazioni di recupero dei rifiuti (rivolte ad ottenere la cessazione della qualifica di rifiuto – procedura di End of Waste), ha espressamente consentito agli Stati membri, anche in assenza di regolamenti comunitari che definiscano a monte i criteri specifici di operatività di tali procedure di recupero per determinate categorie di rifiuti, di operare comunque una decisione “caso per caso”, all’evidente fine di incentivare comunque la piena attuazione della “società del riciclaggio”. Come avvenuto in questo caso i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto possono essere dettati anche dallo stesso provvedimento autorizzativo nell’interesse delle imprese.

“I numeri del progetto”

Il progetto della Cava Lessinia vedrebbe quadruplicare da 72 mila a 322 tonnellate i quantitativi trattati annualmente, con l’introduzione di nuove tipologie di materiali: dal nuovo sito uscirebbero ogni anno 258 mila tonnellate di conglomerati bituminosi, 55 mila tonnellate di materiali da usare come sottofondo stradale, 7 mila tonnellate di altri materiali e 3 tonnellate di scarti, scrive Laura Tedesco sul Corriere del Veneto nel 2015.

Leggi l’articolo su Global Legal Chronicle Italia – clicca qui