Zambelli Tassetto assiste l’Autorità portuale del Mar Adriatico Settentrionale


Zambelli Tassetto assiste l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale nel ricorso gerarchico nei confronti del Ministero per i beni e le attività culturali relativamente al vincolo di interesse culturale sul Bacino San Marco ed il Canale della Giudecca.

 

Giudecca, il vincolo non toglie le navi

Alberto Zorzi

Corriere del Veneto 16/3/2019

Il ministero dei Beni Culturali apre al Porto dopo il ricorso contro il provvedimento

 

VENEZIA. «Il vincolo sul canale della Giudecca, sul bacino di San Marco e sul Canal Grande resterà». Il ministero dei Beni Culturali fa sapere che il provvedimento approvato il 31 gennaio scorso dalla Soprintendenza di Venezia resisterà al ricorso gerarchico presentato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale. Il presidente del Porto Pino Musolino giovedì ha dato mandato all’avvocato Franco Zambelli di impugnare l’atto, ma la strada scelta non è stata quella più conflittuale del Tar: si è scelta la via «soft» del ricorso gerarchico, cioè al soggetto superiore a quello che l’ha emesso.

 

Dal ministero però fanno capire che non ci sarà nessun annullamento del vincolo, ricordando che il percorso è stato condiviso in prima persona dal ministro Alberto Bonisoli, che già aveva annunciato l’avvio dell’iter da parte della Soprintendenza lagunare con un lungo post su Facebook il 27 settembre scorso. Non solo, da Roma ricordano come questa linea sia condivisa anche dagli altri due ministeri coinvolti sul tema delle crociere, cioè l’Ambiente con Sergio Costa e le Infrastrutture con Danilo Toninelli, che di Musolino è il «capo», visto che il presidente viene nominato con decreto di Porta Pia. Detto questo, però, lo staff di Bonisoli ci tiene a precisare che, posto il vincolo, allo stato non c’è nessuna intenzione di bloccare la crocieristica a Venezia. Il vincolo, insomma, è l’avvio di un percorso che porterà a vietare il passaggio delle grandi navi davanti a San Marco, ma secondo lo spirito del decreto Clini-Passera del 2012, che dichiarava necessaria una via alternativa per farlo. Tesi che si discosta da quella degli ambientalisti secondo i quali, ormai, il passaggio dovrebbe essere vietato tout court . Nel frattempo ci sarà un tavolo con tutti gli enti competenti per definire «con molta attenzione» l’applicazione concreta.

 

I rischi li ha elencati ieri il Porto in una nota. «Non solo per il transito delle navi da crociera, di qualsiasi stazza, ma anche per il trasporto pubblico e il trasporto urbano di merci e persone». «Un problema che il ministero si sta ponendo e che necessiterà di valutazioni tecniche – spiegano da Roma – Per esempio si potrà arrivare a definire una nuova stazza massima». Il Porto conferma che il ricorso è un «atto dovuto», che serve a «ribadire la competenza sulle aree interessate dal provvedimento», così come «a tutelare l’operatività del Canale della Giudecca a favore dei cittadini di Venezia». Detto questo l’Autorità ribadisce la sua attenzione alla tutela della città e dell’ambiente veneziano. Il ricorso gerarchico può essere presentato entro trenta giorni dalla notifica dell’atto, poi il ministero avrà 90 giorni per rispondere. Se, come pare, la risposta sarà negativa, il passo successivo potrebbe essere il ricorso al Tar. Ma intanto i tavoli tecnici vanno avanti, così come lo studio delle ipotesi alternative: per ora si parla del Vittorio Emanuele in tempi rapidi e di tre ipotesi (San Nicolò, Malamocco e Chioggia) per il futuro.